“...con il piglio coraggioso e umanistico di chi non vede mai il bicchiere pieno, ma lo versa per terra volutamente per creare un nuovo percorso, senza fermarsi un secondo. Depositari di un processo espressivo coeso che fonde la matrice del Noise rock allo psych rock con un intensa struttura concettuale lavorando su testi profondi e sognanti...” - 𝑴𝒔 𝑨𝒏𝒕𝒓𝒐𝒑𝒉𝒚
“Consanguineo", il singolo proposto, ci regala un concentrato di ritmi intensi, e sonorità d’atmosfera, un’ascolto coinvolgente e travolgente, il cui andamento genera un vortice di vibrazioni aggressive, con innesti ruvidi e taglienti che lasciano spazio a riff più morbidi e ricercati, creando un sound dinamico ed esaltante.” - MUSIC SPEAKER
“Percorsi alternativi dentro suoni che, liberi di andare, non cercano cliché e soluzioni e mostrano una personalità che troppo spesso manca alle produzioni ricche di matematica. ” - EXITWELL
“Tra echi di Karma To Burn e Red Fang si alternano uno stoner-rock ottundente e granitico, suggestioni math, inflessioni metal, soluzioni più tipicamente indie, aperture melodiche tradotte in accenni di chorus accessibili, bordate noise...” - Manuel Maverna
“Chitarre taglienti, voce aggressiva, Alternative Metal, che scorre e travolge l’ascoltatore come un fiume in piena, senza far male. La cura dei dettagli e la dinamica generale riesce ad esaltare tutto il brano.” - SOUNDSGOODWEBZINE
“Non è poi così scontato mettere d’accordo una prosa forbita ed elegante scritta in italiano, ed i canoni del rumore...” - Andrea Quandel
“...il rumore viene rielaborato in trame di matrice stoner e psichedelica, diventando il flebile e sottile filo di luce che attraversa il muro di nebbia e illusioni che ci sovrasta...” - Mik Brigante Sanseverino
“Oltre le distorsioni e la sei corde la band riesce ad inserire anche delle parti meno emotive, come se non bastassero già le tante influenze, riuscendo in un compito molto difficile ovvero quello di dare il giusto respiro ai brani per poi entrare a gamba tesa con un ritornello o un pattern che fa drizzare le orecchie...” - Marcello Zinno